Archivi del mese: ottobre 2013

Un grido di allarme (e di dolore)

Si può morire in tanti modi. La scuola pubblica italiana muore lentamente. E sotto gli occhi di tutti, pezzo dopo pezzo, se ne va all’altro mondo. È un vecchio albero avvelenato dalle falde acquifere contaminate per una discarica abusiva. Non … Continua a leggere

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Per favore Halloween no

Potrei tirare in ballo i latini e l’espressione panem et circenses. Potrei cadere nella tentazione di ragionare sugli effetti della globalizzazione. Invece no. Dico solo che a me la mezza festa della Halloween italiana sembra una fesseria. Perchè allora non importare … Continua a leggere

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Il dovere di un rifiuto

Qualche tempo fa la preside della mia scuola, con l’apparente noncuranza che hanno tutte le velate minacce, mi disse che ormai mi sarebbe convenuto mettere da parte le proteste e le lotte. Ero diventato un papà. Questo doveva fare di … Continua a leggere

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Parole parole, soltanto parole. Ovvero: caramelle non ne voglio più. Io preferisco le frittelle

Le parole che meritano di esistere sono soltanto quelle migliori del silenzio. Lo scrive Eduardo Galeano. Allora quando mia figlia, osservando l’oblò della lavatrice, mi dice che la camicia frilla, corro per casa ripetendo impazzito il suo neologismo come un … Continua a leggere

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Il prima e il dopo. Ovvero: siamo tutti bravi a cercare lontano le responsabilità quando qualcosa non va. Ma se le condizioni peggiorano è solo colpa nostra

Camminavo per una strada del centro e mi sono trovato a passare casualmente davanti a questa vetrina. Erano giochi, ora sono soltanto bambole rotte. Prendo al volo la metafora. Perchè anche nella scuola, come in ogni altro naufragio, c’è un … Continua a leggere

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Lampedusa lo sa

Dalla mia terra, ancora una volta ferita, umiliata, negata. Le parole ormai rischiano di suonare vuote come cembali nel deserto. Ci resta la rabbia. E la speranza di non smarrirci in questo silenzio assordante.

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La mala hora

Fatto salvo il diritto che ciascuno ha di andare alle feste che gli pare, di accettare o no gli inviti e frequentare i luoghi che preferisce, a me l’ultima uscita pubblica di Gabo mette una grande tristezza.

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