Il papà di C mi manda le parole che un Preside americano scriveva ai suoi professori. Qualche giorno fa avevo cercato di spiegare ai bambini più o meno la stessa cosa. Se un Dirigente Scolastico usasse oggi le stesse parole e avesse il coraggio di alzare la testa dalla burocrazia che riempie la sua cattedra, forse la scuola smetterebbe di essere un misurificio di competenze e guarderebbe dritta la luna.
Ringrazio allora il papà di C per avermi inviato quello che Anniek Cojean riporta nel suo Les mémoires de la Shoah e che io tanti anni fa avevo provato malamente a dire qui. Mi viene in mente che una lettera così dovrebbe diventare una targa da mettere all’ingresso di ogni scuola.
Caro professore, sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti, bambini uccisi con veleno da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette, donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università. Diffido – quindi – dell’educazione. La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.
Bello, Mc, bello. Grazie