Ci viene facile parlare di viaggi ogni volta che viene l’estate. Lo faccio anche io. L’estate, del resto, è stato sempre il periodo delle partenze. Oggi come ieri. Così sembra quasi che per sentire il sapore del viaggio si debba avere la consapevolezza di un ritorno. Ma se viaggiare è vivere una diversa disponibilità alla percezione, forse quella predisposizione bisognerebbe averla sempre. Dovremmo coltivare stupori anche nella strada davanti casa.
Questa cosa l’ho già scritta, sono un uomo noioso e ripetitivo. Si viaggia comunque sempre. Che lo si voglia o no. Che ci si trovi significativamente lontani da casa oppure no. Che si sia scesi da un aereo oppure no. Che ci si trovi in un tempio perso dentro una foresta tropicale o nel bar di tutte le mattine. Se pensassimo di contenere l’esperienza del viaggio in una bolla di sospensione, sbaglieremmo. Si viaggia sempre. Comunque. Restare è una bugia.
Forse sono valide entrambe le opzioni. Per condizione esistenziale non sappiamo da dove veniamo, quanto a sapere dove siamo diretti, beh, saremmo dei folli e degli illusi a pensare di governare la rotta. A settembre ricomincia il tuo viaggio, Maestro. Sarà totalmente nuovo.
È così, Big Chief
Quest’Estate qual è stata la meta del tuo viaggio?
un giro dentro di me, in luoghi dove non ero mai stato. Ancora cammino
Anche questo film ti fa fare un giro dentro di te, nel senso che ti porta a riflettere su te stesso, sul mondo e sulla vita in generale: https://wwayne.wordpress.com/2014/07/21/andare-controcorrente/. Se non l’hai visto, te lo consiglio caldamente. Grazie per la risposta! 🙂
Grazie a te per il consiglio wwayne
Lo vedrò
Lyn Yutang ha ragione, ma il mio sguardo “occidentale” mi fa credere che in fondo sappiamo dove vogliamo andare, anche se le ragioni possono essere poco o per nulla razionali. È vero, è la diversa disponibilità alla percezione che importa: posso andare dall’altra parte del mondo e cercare le stesse certezze che ho a casa. Posso girare l’angolo e scoprire un mondo. A me la scelta.
Allora direi che anche Bruce Chatwin ha ragione, la vera casa dell’uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi. Ma con la consapevolezza di dove si sta andando e da dove si viene.
Laura, magari un giorno non tanto lontano ci facciamo una chiacchierata. Il sentire occidentale, Chatwin, c’è un sacco di roba dentro. Ho letto tra le righe, ma non è qui che riuscirei a esplicitare i miei pensieri. Grazie di questo tuo intervento
Sono d’accordo, grazie a te per questi spunti che fanno riflettere…