Se fossi una donna il giorno dell’8 marzo mi incazzerei se a qualcuno gli venisse in mente di festeggiarmi. Altro che rametto di mimose. Se mai dovessero istituirle, rifiuterei pure la giornata della quercia, del panda gigante, delle stelle alpine, dei bambini, dei minatori o dei maestri elementari. Chiudere una categoria o un genere nel cerchio di un giorno del calendario non significa guardare le cose con più attenzione. Anzi.
Lasciamo che il calendario rievochi uomini e donne meritevoli di essere ricordati, e commemori tutti quegli accadimenti della nostra storia che sarebbe importante non far cadere nell’oblio, così che non accadano più o finiscano per indicarci una direzione. Ma lasciamo stare le catalogazioni di genere. Ogni volta che cadiamo in questa tentazione non facciamo altro che sottolineare inconsapevolmente una differenza e legittimare una disuguaglianza.
ps
Quello in copertina è il cielo a Macondo. Uguale, basta alzare gli occhi, al cielo che si può vedere da qualsiasi altra parte del mondo.