Lo dico. L’ultima frontiera dell’idiozia scolastica sono quelle borracce di alluminio da 500 ml che ora, per un miracolo che soltanto le leggi del mercato potrebbero spiegare, si trovano su ogni banco di scuola. Che i bambini adesso non debbano gestire neanche la microscopica frustrazione di dover aspettare un po’ prima di andare a bere, così come hanno sempre fatto tutti gli studenti, la dice lunga sulla confusione a cui siamo arrivati.
Credere di fare un favore ai bambini equipaggiandoli di una borraccia da tenere sul banco è un errore educativo. Voler anticipare perfino qualsiasi loro bisogno, risolvere sempre tutto dall’alto, togliere qualsiasi possibilità alla capacità di tollerare un’attesa, non li rende certo più felici. In realtà stiamo perdendo la facoltà di distinguere le reali necessità dalle esigenze infondate, presi costantemente da una smania di attenzione e protezione che ci sembra dovuta, ma che così non è. Un errore di valutazione che i nostri bambini prima o poi pagheranno.
Io quelle borracce le bandisco. A scuola nessuno ha mai patito la sete. Magari mancano fantasia, creatività, coraggio, buonsenso e perfino programmi illuminati, ma l’acqua grazie a Dio no. Quella ancora nessuno ce l’ha tolta.
E’ sufficiente una semplice regola: da noi borracce e bottigliette stanno nello zaino fuori dall’aula, si prendono per la merenda e si rimettono via. Sui banchi è già troppo anche il materiale scolastico.
Caro Maestro, son riusciti a toglierci l’aria, prima o poi riusciranno a toglierci anche l’acqua… ops, sono in errore, da noi ci son già riusciti, visto che dai rubinetti delle case e delle scuole esce acqua e arsenico, oltre ad altri elementi non perfettamente idonei alla nostra salute… Ma si sa da anni, decine di anni, bere quest’acqua potrebbe creare disfunzioni fisiche o fare insorgere brutte malattie? Soluzione: siano tutti, alunni e alunne, dotati di contenitori per liquidi (possibilmente acqua), non in plastica, per non aumentare l’inquinamento del pianeta, ma in alluminio o in acciaio (ora molto più gettonati), che oltre al peso dei libri e quaderni, contribuiscano a zavorrare lo zaino, tanto da abituar le nuove generazioni, a piegar la schiena… E cosa importa se nelle metalliche borracce viene messa la stessa acqua corrente, presa da casa, dello stesso acquedotto comunale della scuola, o peggio, vengono riempite con acqua comprata da lotti di bottiglie di plastica (che andranno a inquinare il pianeta) imbottigliati mesi prima?
I nostri migliori eroi, coloro che ci comandano a bacchetta, in caso di qualsiasi obiezione da parte nostra, diranno che vi son emergenze più gravi da affrontare e, tra un missile e una siringa, nel prossimo giugno privatizzeranno l’acqua pubblica… L’unica vera consolazione è che, con quelle bottiglie di metallo, si sia tornati a fare il gioco della bottiglia.