C’è la luna questa mattina a Macondo mentre io e il quadrupede passeggiamo che sembriamo l’ultimo uomo rimasto su questo pianeta e il suo cane. Nessun bisogno di sveglie digitali. Alle sei il quadrupede mi chiede di andare. Semplice. Mi vesto e poi usciamo. Camminiamo senza parlare che le parole a quest’ora non escono. Quelle restano a casa, mentre noi raggiungiamo la quercia da sughero e poi da lì torniamo indietro.
Rientrati alla base faccio il caffè. Ci vuole ancora un po’ prima che la giornata si riempia delle voci e dei sorrisi dei bambini. Così ho il tempo di pensare a quello che probabilmente faremo oggi a scuola, sempre che la mattinata non prenda direzioni inaspettate. Coi bambini capita spesso. Ti riprometti di spiegare gli angoli e ti ritrovi a discutere di dogmi e dromedari.
Sveglio Maira. La colazione è già sul nostro tavolo in legno di mango. Ci metto sopra la tovaglia, come mi piace fare sempre quando mangiamo. Poi tutto scorre.
In questi giorni a Macondo la pioggia ha rovesciato torrenti dal cielo e il cielo è stato sempre coperto. Non questa mattina. Questa mattina c’è la luna. La vedo ancora quando usciamo di casa. Così mi viene in mente di aver letto da qualche parte queste parole attribuite a Buddha. Tre cose non possono essere nascoste tanto a lungo: il sole, la luna e la verità.