Passo il pomeriggio a disegnare la storia di un riccio e una chiocciola. Scrivo, disegno, scannerizzo, coloro, impagino. È bastato fare a matita la spirale di un guscio con in sottofondo In un un’altra vita, di Ludovico Einaudi, che la storia è venuta da sola. La sera esco. Ho finito il lavoro e cerco di lasciare quelle sensazioni a casa, senza farmi seguire. Lo scooter in certi casi può aiutare.
Quando torno è abbastanza tardi, ma non ho ancora voglia di mettermi a dormire. Innaffio il ginkgo biloba che ho piantato davanti casa, poi vengo attirato da qualcosa che fa scricchiolare gli aghi di pino per terra. Da un ciuffo d’erba spunta fuori un riccio. Non ha paura. Forse ha sete. Procede tranquillo e non sembra per niente infastidito dalla mia presenza. Alzo lo sguardo. Poco più in là, arrampicata sul muretto, è comparsa una chiocciola. Da quando sono qui ho visto solo gechi e lucertole. Io alle coincidenze non ci credo.
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Quante cose ci circondano e non le vediamo… siamo parte di un tutto dove ognuno sceglie la propria personalissima storia. No, non esistono le coincidenze.