E così, indotti come siamo a spendere tempo ed energie nella diatriba tra chi ha paura del Covid e chi ha più paura del vaccino (come se queste debbano essere per forza due fazioni avverse), istigati da un sistema politico che ci vuole distratti, divisi, e impegnati a parlare solo di fuffa, quasi nessuno si accorge che l’Afghanistan adesso è abbandonato al terrore da chi si definiva portatore di pace.
La disperazione del popolo afgano spinge perfino alcuni ad aggrapparsi a un aereo militare americano in partenza da Kabul, precipitando poi inesorabilmente da centinaia di metri d’altezza. È morto così Zaki Anwari. Aveva diciannove anni. Ma quello che sta davvero succedendo laggiù nessuno ce lo racconta. Abbiamo l’urgenza del green pass.
Dei ragazzi afgani ne so qualcosa, della disperazione che li fa abbracciare alla coda di un aereo, pensando di arrivare in Italia sulle loro ali. Nel’a.s.2008/09 -10-11, arrivavano alla Città dei Ragazzi, dove insegnavo italiano e storia, imparavano presto tutto, nel tema che assegnavano, qualunque tema, mi raccontavano la loro storia, i loro viaggi. Uno scrisse che aveva viaggiato sotto un camion, dall’Iran, fino alla Turchia, poi la Grecia, ecc. Io corressi l’avverbio sotto, sostiuendolo con sopra, ma lui, Hadi, 17 anni, mi disse: no, prof. SOTTO, in una cassa di legno agganciata sotto il camion! Da lì venni a sapere, dai loro racconti i mirabolanti modi di evasione dalla follia Taliban, anche che la religione era una scusa, si trattava di OPPIO, tanti soldi e potere. Molti di loro hanno studiato, qualcuno si è laureato, vive vite normali in Italia, in Germania, ma la sofferenza di non poter rivedere la loro terra li accompagna, tantopiù adesso che vent’anni di resistenza sono stati spazzati via dalla politica economica dei collaborazionisti del mondo civile! la stella Zaki Anwari brilla su questo mondo buio! La prof. Maria Foffo
Grazie Maria. Anche a nome di tutti coloro che hai aiutato. Non solo afgani.