Calendario degli eroi: 6 agosto – Roberto Antiochia

Roberto Antiochia sembra uscito dagli scritti di Pasolini, quelli che suscitarono scalpore nell’ortodossia del PCI perché dopo gli scontri di valle Giulia ebbero l’onestà di raccontare chi fossero realmente i proletari. Roberto Antiochia è orfano di padre e la mamma lotta per far crescere i tre figli. Ai tempi della scuola vede morire un’amica di eroina e sente crescere la rabbia nei confronti della criminalità organizzata. A 18 anni entra in polizia.

Arriva a Palermo. È tra gli uomini che il commissario Beppe Montana dirige nella rinomata quinta sezione investigativa antimafia, la Squadra Catturandi. Nel 1985 viene trasferito a Roma. È in ferie quando apprende la notizia che Montana è stato ucciso dalla mafia. Decide di abbandonare le ferie e tornare come volontario a Palermo, ora a fianco di Ninni Cassarà, considerato il prossimo obiettivo di Cosa Nostra. Infatti.

Alle 15.20 del 6 agosto 1985 un commando di dieci uomini armati di kalashnikov tendono un agguato all’alfetta che ha riportato Ninni Cassarà a casa. Roberto Antiochia muore crivellato di colpi nel tentativo di fare scudo all’amico. Cassarà riuscirà appena a trascinarsi nel portone di casa e spirerà tra le braccia della moglie, accorsa dopo aver assistito al massacro con la figlia dal balcone della propria abitazione.

Roberto Antiochia muore a 23 anni, a pochi mesi dalla data fissata per il matrimonio.

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