Oggi in Cile

Poi come fai a non pensare che viviamo la vita che ci fanno vivere. Che abbiamo solo i pensieri che ci fanno avere. Che alcuni ci vengono permessi, e altri no. Come fai a non pensare che siamo sottomessi a un sistema economico che controlla le informazioni e quindi le nostre emozioni. Come te lo spieghi sennò che nulla sappiamo di quello che sta succedendo adesso in Cile.

Che te le devi proprio andare a cercare quelle notizie. Che devi metterti a navigare e districarti da solo nella rete, perché tanto se apri il giornale o guardi la televisione puoi anche continuare a pensare che il Cile è soltanto la terra dove è nato Sepúlveda. 

Nessuno ti dice che a Santiago, una città di cinque milioni di abitanti, più di un milione di quelle persone sono scese in piazza e che l’esercito ha sparato sulla folla. Che la commissione interamericana per i diritti umani racconta di 42 morti, 121 sparizioni e della riapertura dei centri clandestini di tortura.

Nessuno ti dice che il popolo cileno si è riversato per le strade e sta protestando contro il governo conservatore di Sebastián Piñera e la sua politica neoliberista, la corruzione, le profonde disuguaglianze sociali in un processo che smantella il sistema pubblico, privatizza la sanità, l’istruzione e perfino l’acqua.

Nessuno ti dice che forse non è un caso se il fratello di Sebastián Piñera sia stato un ministro all’epoca della dittatura di Pinochet. E che l’esercito nelle strade e il coprifuoco imposto dalle 19 alle 6 di mattina ha qualche triste assonanza col recente passato.

Cosa succede in quel mondo alla fine del mondo a noi non deve interessare. Abbiamo già il buco nell’ozono.

Questa voce è stata pubblicata in latinoamericana e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

3 risposte a Oggi in Cile

  1. ferdiciani ha detto:

    Hai ragione è triste!! La resistenza si fa anche da qui informando come tu fai e lavorando tutti per la giustizia e la pace ovunque ci troviamo e qualsiasi lavoro facciamo. La violenza si combatte con la non violenza, il sopruso e la mancanza di libertà con la denuncia, il male con il bene. Finché la ragione e la verità non vincono.

  2. polepole ha detto:

    Mancano letteralmente le parole. Ma bisogna trovarle, e raccontare. Far vedere. Spiegare. Chiedere.

  3. Laura ha detto:

    “L’America Latina confina a nord con l’odio, e non ha altri punti cardinali.”
    Così scriveva Luis Sepúlveda, in Una sporca storia.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...