Chiedo ai bambini di spegnere il cervello e lasciar volare le emozioni. Abbasso le serrande della classe e in penombra iniziamo la nostra mattina sulle note di Moment of peace dei Gregorian. I bambini possono disegnare, a patto che usino direttamente le matite colorate. Al termine dell’attività commentiamo ogni lavoro. R fa un bellissimo albero blu. Colgo l’occasione per raccontare ai bambini la storia di certe gabbie nelle quali ci infiliamo.
Io quelle gabbie non le sopporto. Non sopporto per esempio gli alberi coi tronchi sempre dritti e irrimediabilmente marroni. I tronchi non sono marroni, dico ai bambini. Guardate qua. Faccio vedere la corteccia bianca della betulla e il tronco grigio/verde del platano. Li abbiamo in classe tra i tesori nel nostro armadietto di scienze. Sono una preziosa testimonianza. I tronchi possono essere di tutti i colori, dico. Comunque quando disegniamo tirando fuori le nostre emozioni nessuno ci obbliga a cercare di farli sembrare come sono in realtà. Possiamo disegnarli davvero come ci pare. Non dirò mai che sono sbagliati, mica posso dare un voto alle emozioni.
Volete conoscere un’altra gabbia? I quadrati col tetto rosso a punta che di sicuro fareste se vi chiedessi di disegnare una casa. Guardate fuori dalla finestra in quanti modi diversi possono essere le case solo in questa parte di mondo. Se ci mettete due finestre e il camino che fuma il risultato è triste lo stesso. Perché siete dentro una gabbia. La fantasia resta fuori, si annoia, e a furia di aspettare di essere chiamata poi finisce che se ne va.
Facciamo un esperimento, dico allora ai bambini incuriositi. Vado a chiamare un bambino di quinta dalla classe accanto e, senza dirgli nient’altro, gli chiediamo di disegnare una casa sulla lavagna. Vediamo se ho ragione oppure no.
Quando torno in classe, accompagnato dalla bambina che la maestra di quinta mi ha affidato, i miei bambini sono tutti in silenzio. Spiego alla bambina che stiamo facendo un esperimento e che lei dovrà semplicemente disegnarci una casa sulla lavagna. La bambina prende il gesso in una palpabile atmosfera d’attesa. Poi disegna un quadrato con sopra un triangolo isoscele. Chiedo un applauso. L’esperimento è riuscito. La bambina sorride, contenta di essere servita allo scopo. Sorrido anch’io, anche se, in verità, sono un po’ triste.
Chito e RP MacMurphy, sarei felici incontrarvi per comunicazioni in relazione al VS nobile compito educativo,di cui sono in possesso di un prezioso mezzo innovativo di formazione al disegno che riguarda il periodo che va dai 6 ai 13 anni di vita, inesistente fino a quest’oggi, merito di un codice codificato che non fa differenzza con la grammatica per l’apprendimento delle lingue, con i segni posti tra numero e numero, con le sette note musicali, sul pentagramma………………sono tutte e tre codici di apprendimento,………………mancava quello del disegnare.In fiducia, ed in attesa.
Ho sposato il SUD e vivo ai margini di una scuola a cui offro la mia esperienza da cui non ricevo risposta, nonostante il PTOF ( Decreto 2012- Piano Triennale Offerta Formativa )decretato per chi ha titoli per collaborare con i docenti, come personale esterno, per discipline specifiche, di cui sono uno specialista per il DISEGNO. Sottoposto all’attenzione dei Dirigenti, con specifica domanda inoltrata ed approvata dal cosiglio di istituto, poi non messo in essere per motivi burocratici intercorsi,…………..è una scappatoia? tenere presente che il Ministero per questo Decreto formativo, destina alle scuole una somma di finanziamento adeguato,…………………dove finisce?…….
……..Anch’io sono triste sapendo di quella bambina a cui èstato chiesto di disegnare una casa, e saperla nutrita di mezzi che avevano una ragione nel periodo prescolare, ma che adesso appaiono noiosi e stupidi, da cui i maestri traggono considerazioni che reputo offensive, perchè sono elogi non onesti ma camuffati di imbroglio intellettivo,………..quando so, per missione scelta come professione alla disciplina ed esperienza misurata e documentata, di quanta nuova ricchezza ed intelligenza espressiva è fornita la mente di un fanciullo, che si appresta ad imparare a disegnare, in un momento formativo in cui è cresciuto intellettualmente, ma è rimasto fermo nelle attività espressive. N.B Se questo mio appello sarà evaso è segno che vivo in un mondo di indifferenti.?…….Apatici? Campanilisti? Dissociati?…….Parolai? Incantatori di serpenti?…….vediamo!…………………….
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