La foto che Jeff Widener scatta il 4 giugno 1989 dal sesto piano di un albergo, durante la protesta nella quale decine di migliaia di persone si riversarono per le strade di Pechino chiedendo il rispetto dei diritti umani e libertà di espressione, è diventata un’icona. C’è dentro il coraggio di un bambino silenzioso davanti ai propri mostri notturni. E l’amore. Il prezzo che si è disposti a pagare per difenderlo.
Del ragazzo di Tienanmen, che solo e disarmato sfidò una colonna di carri armati, non si è saputo più nulla. Non si è saputo chi fosse e che fine abbia fatto. Si sa che la risposta del regime comunista cinese fu estremamente brutale. Si sa che l’esercito ricevette l’ordine di sgomberare le strade con ogni mezzo. Alcune stime arrivano a calcolare 12.000 vittime, uccise nelle strade o giustiziate nei giorni immediatamente successivi.
Del ragazzo di Tienanmen non si è saputo più nulla. Quello che si sa è che ci ha lasciato la sfrontata e disperata testimonianza di un coraggio senza uguali. Perché i mostri notturni potranno anche averlo portato via e aver fatto scempio del suo corpo, ma niente, nessun mostro notturno potrà mai avere abbastanza forza e cattiveria per cancellare la sua memoria.