Ho sempre pensato che l’arma più rivoluzionaria in mano all’uomo fosse la tenerezza. Forza che mette insieme meraviglia, delicatezza e capacità di attenzione. Dichiarazione di leggerezza. Espressione di un prodigio capace di generare e moltiplicare fiducia e generosità d’animo. Verso gli altri e verso se stessi. Ma la tenerezza è troppe volte vilipesa, tradita, ingiuriata, sporcata dalla fretta, dalla paura, dallo schifo di cui lo stesso uomo è capace.
Perché?
In Italia si spende molto più in armi che in libri. Il 15 febbraio 2017 in un rapporto che l’osservatorio per le spese militari (Milex) ha presentato alla Camera dei Deputati si evidenzia che l’Italia spende ogni anno per le sue forze armate oltre 23 miliardi di euro (64 milioni di euro al giorno). Siamo ai primi posti in Europa. Un quarto di questa spesa è per gli armamenti. La spesa militare è cresciuta del 21% nel corso delle ultime legislature. Dal 2006 ad oggi l’acquisto di armamenti tradizionali come missili, bombe, cacciabombardieri, navi da guerra e mezzi corazzati è cresciuto dell’85%, anche se le minacce del futuro (terrorismo e cyberwar) non si combattono certo coi carri armati.
Le spese che invece vengono destinate all’Istruzione pubblica (come anche quelle alla Sanità pubblica) subiscono tagli e una costante emorragia. Secondo gli indicatori Ocse l’Italia è agli ultimi posti tra gli stati europei.
Perché?
Caro Maestro, questa volta non mi raccapezzo.
Sono d’accordo in pieno sul valore e la forza della tenerezza.
Sono indignata quanto te per gli investimenti sulle armi.
Sono delusa e preuccupata dai tagli alla cultura e alla sanità.
Però il raccordo tra i tre non mi è chiaro.
Certo che una maggior cultura farebbe bene ad ogni aspetto della vita e ben venga se potesse essere sostituita agli armamenti. Ma la tenerezza non è figlia diretta dei libri, è qualcosa di diverso che può essere insegnata in mille modi, “anche” attraverso persone del tutto ignoranti .
Dimmi cosa mi è sfuggito del tuo post!
La tenerezza è anche la tenerezza con cui uno stato guarda i suoi cittadini, i suoi figli. Ma la tenerezza non è contemplazione. Implica un fare, un fare cose, e allo stesso tempo dovrebbe condurre con naturalezza a non farne altre.
…veramente non ho mai pensato, nè avuto la percezione, che lo stato si occupasse di me con tenerezza! Il mio romanticismo e ottimismo non è riuscito ad arrivare a tanto!