C’è un liceo romano. Da una parte un gruppo di studenti nascondono la faccia. Stanno occupando la scuola. Molti di loro sono voltati di spalle e formano una schiera che sbarra il passo. Dall’altra un ragazzo a volto scoperto. Li affronta. Non è d’accordo con l’occupazione. Quelli a volto coperto lo sommergono di insulti e minacce. Sono più di cento. Lui è solo. Si chiama P. Io sto con lui.
Io sto con chi ha coraggio e non si nasconde nel gregge. Io sto con chi rema controcorrente perché la sua coscienza gli dice che quella è la strada. Io sto con chi non sceglie il percorso più facile e non ha paura di camminare in salita. O magari che quella paura ce l’ha, ma ci fa a pugni e alla fine la spunta. Perché ha la casa piena di specchi e a quegli specchi deve passarci davanti. Io sto con P. Io sto con P perché quando si guarda allo specchio può vedere gli occhi di un uomo.
anche io sto con P, ma non sempre ne ho il coraggio, e mi dispiace