A scuola sono entrati dei vandali e quello che è successo ci ha dato la possibilità di fare alcune importanti considerazioni. Spero che i bambini ne facciano tesoro. Mi piacerebbe che, crescendo, non ricordino soltanto le operazioni con i numeri decimali, argomento di questi giorni, ma anche (e soprattutto) quello che ci siamo detti a proposito delle porte chiuse e delle porte aperte.
Qualcuno ha evidentemente approfittato del fatto che domenica la scuola era aperta per permettere alle famiglie di passare e votare i propri rappresentanti al Consiglio d’Istituto. Così lunedì alcune maestre hanno trovato le proprie classi oltraggiate. È successo solo a quelle che avevano le porte chiuse a chiave dai lucchetti. I lucchetti sono stati divelti e le classi messe a soqquadro.
Che cosa pensi di una maestra che chiude la classe con un lucchetto l’ho già scritto in un post. E non mi ripeto. Quello che però ha colpito i bambini lo sottolineo tre volte. La nostra classe, così vicina alle aule ferite, non ha subito nessun attacco. La nostra classe, guarda caso, è aperta e tutti possono entrarci. Allo stesso modo aperti sono anche i cassetti e gli armadi, pur custodendo al loro interno tesori che ai nostri occhi hanno un incommensurabile valore.
Mai come in questi giorni i bambini sentono parlare di nemici che minacciano la nostra serenità, di pericoli, di frontiere e sbarramenti. Però oggi forse hanno capito che c’è un’altra strada. Che l’amore per le tue cose può coniugarsi con il dovere dell’accoglienza. Che una porta chiusa non è detto che sia più sicura di una porta aperta. Che i nostri lavori sono stati rispettati perché noi non ci separiamo dagli altri.
Accompagno i bambini all’uscita e rimango un po’ nel silenzio dei miei pensieri. Mi chiedo se quelle maestre abbiano imparato qualcosa o se da questa vicenda trarranno una convinzione ancora maggiore sulla necessità di serrare le porte ricorrendo a lucchetti ancora più grandi. Mi chiedo se sia più ignobile la didattica della chiusura o l’atto di staccare dei cartelloni dal muro. In entrambi i casi mi sembra di trovare la risposta.
p.s.
Il disegno in copertina è di Manuela Lombardo
Hola guerrero
…”assomigli” sempre di + a quel maestro zen che, trasformò l’intrusione in classe di un passerotto tutto cinguettante ed arzillo…, in un profondo satori temporaneo (non nel senso limitatorio) di vita .
Senza ombra di dubbio Murfhy, sei in possesso di una “testa importante”, oltre che bella… e “guarda caso ” 😛 mi trovi a braccetto, sui lucchetti: chi li usa fuori li ha anche dentro di sé… Nos vemos hombre, portate bien 😎
hombe enmascarado, io di qua e tu al di là del mare. A me il tramonto, a te l’alba.
… ha ha ha, ci è toccata una bella “sfiga” eh ! 😛