Ho fatto un gioco con i bambini. A turno, bendati, dovevano rispondere alle mie domande su come fosse la classe e raccontarmi nei particolari quello che c’era, poi dovevano passare a descrivere i compagni. Com’erano fatti, com’erano vestiti. Alla fine ho messo da parte la benda e ho fatto un altro gioco. Bisognava indovinare chi si nascondesse dietro un telo dal quale usciva solo una mano. Riconoscerlo potendo osservare solo quel dettaglio.
I bambini si sono divertiti moltissimo. E quello che abbiamo capito ha lasciato tutti di stucco. Perché abbiamo compreso di avere avuto in dono quella cosa meravigliosa che è la vista, ma di usarla poco e male. Abbiamo gli occhi ma, distratti come siamo, non sappiamo guardare.
Questo abbiamo scoperto e forse anche che dovremmo guardare le cose con l’idea di trattenerle per sempre, come se poi ci dovesse capitare di non vederle più.
Succede anche a noi adulti. Lo scrive Rabindranath Tagore. Viaggiamo per giorni e notti attraverso paesi lontani, andiamo a vedere gli oceani, e poi non vediamo a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga di grano.
p.s.
Gli occhi in copertina sono usciti dal genio autobiografico di Gipi, all’anagrafe Gian Alfonso Pacinotti.
Bellissimi giochi…:)
In classe abbiamo letto Marcolino e Cicciopalla e poi abbiamo provato ad essere come Marcolino: è stato un bel momento di gioco ma anche di riflessione e di grandi scoperte. Sono venute fuori capacità fino ad allora sconosciute e limiti ancora più sconosciuti, un grande momento di consapevolezza per tutti. Marcolino è diventato un amico. Da qualche giorno abbiamo altri due amici: il MI e il Ma.
🙂
Come sarebbe bello se nelle nostre scuole le tante materie facessero spazio ad attività come queste, un’ora a settimana in cui permettere ai bambini e ragazzi di relazionarsi in maniera extra-quotidiana, muoversi, parlare, guardare, toccare in maniera diversa, pizzicare quelle corde che la vita di tutti i giorni non pizzica. L’ora di ‘percezione alternativa’, di ‘ascolto del mondo’, l’ora di ‘ricarica del corpo-mente’ in cui si blocca per un po’ quel flusso continuo di informazioni da immagazzinare, applicare in fretta senza errori e con un giudizio che incombe, per ossigenare e liberare quella parte di ogni essere umano cosi preziosa e quindi ben nascosta al caldo del proprio cuore.
Hai fatto centro fricchy. Inutile aggiungere altro.