La scuola chiede soldi. Per l’innovazione tecnologica, l’ampliamento dell’offerta formativa e l’edilizia scolastica. C’è scritto così sulla lettera consegnata alle famiglie. Che poi sarebbe come se un ospedale pubblico pregasse i ricoverati che volessero essere curati meglio di portarsi dietro un po’ di contanti per l’elettrocardiogramma o per riparare le crepe sul soffitto.
Il contributo è facoltativo. Però se vuoi renderti utile bisogna fare le cose per bene. 10 euro mica bastano, ne servono 25 a famiglia. Quando si dice l’esattezza.
Poco importa se il collegamento tra i tagli alla cultura decisi dalla politica e la richiesta di soldi alle famiglie sia casuale come un rutto dopo una pinta di birra. Un piccolo sforzo. Che sarà mai. Siamo o non siamo il popolo delle valigie legate con lo spago? Del resto il mondo ha preso a girare al contrario. Magari tra un po’ dovremo riparare i semafori o le buche nelle strade, cambiarci le lampade dei lampioni, aggiustare le rotaie del tram, prestare la penna al vigile ogni volta che dovrà riempirti il verbale di una multa.
Così la scuola chiede un obolo. E non importa se quei soldi le famiglie li abbiano già versati, che li paghino ogni anno ben infilati dentro le tasse. Stai a guardare il capello.
Beh.
Ops, ho sbagliato, volevo scrivere: beeehh!
(attenzione: questo commento non fa alcun riferimento a fatti e persone. men che meno a questioni politiche)
(che poi io quei soldi, quando davvero li usano nel modo giusto, glieli do anche volentieri…)
Fermo restando che non sono d’accordo con la richiesta di contributo volontario, credo che la cosa più disonesta sia battere cassa senza spiegare nel dettaglio dove andranno a finire quei soldi.
E’ fisiologico che la causale “l’innovazione tecnologica, l’ampliamento dell’offerta formativa e l’edilizia scolastica” dia adito a perplessità.
Io pretenderei che questa richiesta venisse accompagnata da un altro bel pezzetto di carta in cui si elencano i probabili acquisti che si faranno con quei soldi.
Ma è solo una mia idea bislacca…
Buenaaass, o fufù
Si, ” l’obolo scolastico ” è la giusta definizione ha ha ha Che tristezza !!! Anche il sottoscritto, “non è d’accordo con la richiesta di contributo volontario …” ; capisco la necessità etc. , ma rimane pur sempre una ” bassezza ” dell’istituzione… 😦 Pues, eso es, jente
P.S. ja te llegarà un correo, Murphy; necessito aclarecer algo entre nosotros, ante de todo 😀 a pronto, espirito pelòn 😛
Delibera del Consiglio d’Istituto? Ma chi ha votato una simile “rapina”? La componente insegnante o quella dei genitori? C’è qualcuno che si è opposto? Oppure ha vinto il “dividi e…Impera”? Purtroppo siamo ancora il popolo delle valigie legate con lo spago: il mese scorso una delle migliori alunne della mia classe è andata via perchè il padre non riusciva più a garantire il pane quotidiano a lei e alle altre 2 figlie più piccole. Valigie gonfie, come gonfi erano gli occhi e via verso il Belgio. Se lo Stato non aiuta i meritevoli ci pensa la scuola, basta versare 25 euro. Scusate ma, contributo volontario o no, io lo trovo vergognoso e…sono troppo arrabbiata.
Nel Consiglio d’Istituto a volte si chiacchiera a vanvera, sovente si danza il balletto delle quisquiglie, molto spesso si dorme. La scuola intanto, pezzo dopo pezzo, se ne va.
Ho dimenticato di dire una cosa. Due giorni fa la Giunta Regionale della Sardegna ha approvato il piano di dimensionamento scolastico: chiudono 22 scuole, compresa la mia. Il mio paese (con una lunga storia) non ha più l’ufficio scolastico, siamo stati accorpati ad una scuola vicina. Ma aumentano i trasporti. Verranno acquistati 40 scuolabus che faranno la spola tra i vari centri che disteranno al massimo 12 km. Ma il Presidente della Regione ha rassicurato che ” non si tratta di una mera chiusura per ragioni di risparmio…stiamo procedendo su 2 filoni: l’apprendimento e la lotta alla dispersione”. Ci vuole arte per raccontare bene le bugie e qui non ne vedo. La verità è che stiamo subendo, ancora una volta, la linea dura del Ministero che sta smantellando gli unici presìdi rimasti nei piccoli paesi e questo non gioverà sicuramente all’apprendimento ma darà una grossa mano all’estinzione delle piccole comunità. Un altro motivo per essere ancora più arrabbiata.
fufù
La verità è un’altra, Andreana 🙄 ; come diceva qualcuno , “Il presidente è il primo dei servitori” .
Mi permetto di dissentire, ma le rassicurazioni del presidente in questione ( e non solo) sono solo aria fritta (per non dire puzze). Gli Italiesi continuano a curare i sintomi di tanti malesseri , invece della malattia vera; il governo che elegge ogni 5 anni….
A che serve lamentarsi, poi ?? (niente di personale, ovvio)
Concludo col dire che, se in un paese come l’Italia (il paese + a nord dell’ Africa) si è arrivati ad “incoronare” come nuovo capo di stato un sindaco di Firenze ( o di Cuneo, poco importa), non rimane che chiedersi; a che serve un popolo se non come schiavo ??
che brutta storia Andreana… un’alzata di scudi (famiglie in testa) non potrebbe far arrestare questo programma di disintegrazione? Che dici, se organizzassimo una campagna di solidarietà? Il silenzio gioca a favore degli smantellatori della scuola, come del resto ha sempre favorito soprusi e violenze…
E’ una storia che dura già da qualche anno, noi siamo solo gli ultimi di una lunga serie ad aver subìto tale trattamento. C’è stata anche un’alzata di scudi, ricorsi al TAR da parte di varie scuole e soprattutto di alcuni Licei di Cagliari, tutti vinti. Diversi paesi stanno scendendo in piazza, una parte di genitori è in agitazione ma niente smuoverà i signori dei piani alti. Si tratta di decisioni politiche, uguali a quelle che per 3 anni hanno permesso alla mia scuola di rimanere aperta con un DS reggente presente una volta a settimana e un Direttore Amministrativo che viene in ufficio a scavalco. Si tratta di numeri, nient’altro che numeri. E noi non ne abbiamo a sufficienza: solo 270 alunni per 3 ordini di scuola. Numeri che da un certo punto di vista potrebbero essere considerati una fortuna, evidentemente chi ci governa non la pensa così. Domani pomeriggio c’è una riunione, vediamo che cosa succede.
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