Calendario degli eroi: 24 marzo – Óscar Romero

oscar-romeroSan Salvador. Gli sparano mentre celebra la messa il 24 marzo 1980. Óscar Romero è colpevole di essersi schierato, di aver condannato la dittatura militare sostenuta dagli USA e complice di eccidi, torture, sparizioni. Di aver invitato i soldati a disobbedire agli ordini di uccidere.

Pochi munuti prima di morire, concludendo l’omelia, aveva detto: Uno non deve mai amarsi al punto da evitare ogni possibile rischio di morte che la storia gli pone davanti. Chi cerca in tutti i modi di evitare un simile pericolo, ha già perso la propria vita.

240 mila persone seguono il suo funerale. L’intervento dei militari provoca un massacro.

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11 risposte a Calendario degli eroi: 24 marzo – Óscar Romero

  1. lezapp ha detto:

    il potere del linguaggio
    “Sarebbe ingiusto e deplorevole che per l’intromissione di potenze straniere il popolo salvadoregno venisse frustrato e represso e le venisse impedito di decidere quale autonomia di tracciato economico e politico che deve seguire.”
    Riflessione- se si rimuove “salvadoregno” o lo si sostituisce con il nome di un’altro paese e lo si rilegge, mi viene il magone in gola…
    (..nel 73/74 ho insegnato inglese ed educazione fisica in un seminario di missionari Somaschi in Colombia, in cambio di cibo e una branda di legno. Ero al 7° cielo, anche se all’epoca giravano forze armate locali meglio conosciute come gli F2, appoggiati e finanziati da politiche USA ; simili a quelle del Salvador… ) E’ un’altro triste esempio di come viene stuprata la Carta…
    Certe esperienze sono indelebili.

  2. nonnalaura ha detto:

    pur essendo atea resto sempre molto ammirata dalla forza che traggono alcuni credenti dalla loro fede per comportamenti eroici. Ma, mi chiedo, quando questi atti giustissimi e condivisibili provocano massacri, è possibile credere ancora? Quale risposta ci si può mai dare?

  3. andreana ha detto:

    Non penso che la forza di Romero dipendesse solo dalla sua fede.Se non fosse stato uomo di chiesa la sua coscienza l’avrebbe portato comunque verso quel percorso di lotta.La cosa più triste, e che raramente viene detta, è che Romero è morto perchè lasciato solo da chi avrebbe dovuto sostenerlo: la santa chiesa cattolica e il suo capo maximum. Un uomo isolato che non ha ceduto agli ordini del “potere romano”, il quale contemporaneamente spendeva miliardi di dollari per salvare i figli della Polonia dalla morsa comunista e abbandonava al loro destino i figliastri salvadoregni. Proprio in questi giorni il papa emerito Ratzinger ha spiegato le decisioni che prese insieme a Woytila. Il 6 agosto 1984 il documento Libertatis Nuntio mise fine alla Teologia della Liberazione. Almeno ufficialmente. Ma i poveri sono rimasti, ancora più poveri, e con loro vive e resiste ancora l’idea di Romero.

  4. lezapp ha detto:

    fufù
    …da persona laica e sbattezzata, concordo sul fatto che la vera forza di un essere umano, non abbia niente a che fare con le religioni
    Sul, “come si fa a credere ancora “, provo a dare una risposta; gli insegnamenti delle varie religioni che vengono insegnate ai vari popoli grazie al libero arbitrio di questi personaggi (autoproclamatisi rappresentanti dell’unica verità in terra) vestiti di nero o di altri variopinti colori, non ha niente a che fare con la religione, tantomeno con la verità. La verità non può essere oggetto di esperienze. La verità non la si può ricercare e trovarla in questo o quello…; è al di là del tempo.
    Concludo; la religione è la qualità che promuove una vita priva di frammentazione;

  5. nonnalaura ha detto:

    si, è vero non tutti gli uomni di fede traggono coraggio dalla loro religione, ma sono certa che per alcuni di loro esiste una specie di forza esaltatrice che li aiuta, un po’ come i kamikaze. Però la loro spinta è innocua, non fa male agli altri, anzi!
    Ringrazio e accetto il concetto che “La verità non può essere oggetto di esperienze, La verità non la si può ricercare e trovarla in questo o quello…; è al di là del tempo.”, a volte mi riduco e immeschinisco nella credenza che, se esiste un dio, è un dio non-buono. Ho bisogno di tempo e confronti per uscire da questo incubo.

    • lezapp ha detto:

      …concordo sulla ” forza esaltatrice ” che permette e che aiuta a superare le paure, ma questa forza, come la definisci tu, non ha niente a che fare con la fede, o con un dio; buono o meno buono che sia. Ma, è poi così necessaria la fede per scoprire ? Te lo sei mai chiesto ? Permettimi di condividere quanto segue
      Ho capito che imparare è molto più importante che sapere, e imparare sulla fede è diventata la fine della fede. La fede e l’incredulità, in fondo sono facce opposte della stessa medaglia; vincolano entrambi perchè sono la stessa cosa… Se si comprende ciò, possiamo tranquillamente mettere in disparte la fede positiva o negativa; quindi il credente o il non credente sono la stessa cosa. Quando ci accade realmente questo allora la domanda che ci siamo fatti quasi tutti “esiste un dio?” assume un significato completamente diverso. La parola dio con tutte le sue tradizioni, implicazioni intellettuali, sentimentali etc , non è dio: la parola non è il reale. A questo punto la domanda da porsi sarebbe: la mente può essere libera dalla parola?
      A proposito, piacere di conoscerti nonnalaura, prendi pure tutto il tempo necessario tanto “da questo incubo” fatto di parole è più facile uscirne di quanto tu creda, che entrarci.
      Si è fatto tardi… a domani, “se dio vuole” 😛

    • Candida Eréndira ha detto:

      nonnalaura, io la penso piuttosto come McMurphy. Non credo che la spinta degli uomini coraggiosi sia innocua. Il contrario. Il sacrificio per un ideale (e la strada indicata per seguire la poesia di una rotta controcorrente) nasconde la forza devastante di uno tsunami e l’emozione di un contagio che non puoi arrestare.

  6. RP McMurphy ha detto:

    alzo il calice con il mio vino migliore, Candida Eréndira. Brindo alle parole che hai rubato al vento dei miei pensieri. A te.

  7. nonnalaura ha detto:

    imparare…sapere….manca il sentire. La Fede è innanzi tutto un moto dell’anima che prescinde dalla conoscenza. La vera forza scaturisce da questa “chiamata diretta” che diventa esaltante. L’uomo che crede può approfondire il suo sapere, ma allora si entra in un’altro ambito. Non si arriverà mai alla Fede attraverso la conoscenza. La vita del credente è completamente diversa, ha un fine e un senso del “dopo” che all’ateo manca. Il gesto eroico (innocuo in senso negativo, visto che confrontavo con i kamikaze, ma d’accordissimo sulla potenza emozionante contagiosa e trascinante) resta un gran bel gesto eroico, e resto ammirata dal distacco dalla propria vita a beneficio di ideali. Quello a cui non riesco a dare senso è la conseguenza del massacro.
    Ciao lezapp, ciao Candida Eréndira, felice di conoscervi!

  8. lezapp ha detto:

    fufù
    Considerato che siamo in orario per l’aperitivo, cin cin a tutti…, e con mente libera 😛

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