Un collegio docenti non è mai un bello spettacolo. Perché è quasi per intero un concentrato di piccolezze. Il luogo in cui più di qualcuno insegue il suo microscopico tornaconto e accende filippiche inutili mascherate da sermoni salomonici. Altri invece non fanno altro che guardare l’orologio, aspettando inebetiti che tutto si compia, finendo per non reagire a nessuna delle mostruosità che un dirigente pavido e zelante farà passare tra le delibere del giorno. E stanno lì, con la stessa indifferenza che susciterebbe una conferenza sulla produttività del frumento nella Russia degli anni cinquanta.
In un collegio docenti non si parla mai di didattica. Questa è la regola.
La scuola italiana intanto va a rotoli, precipitando senza se e senza ma alla velocità di uno slittino che si scatafrombola giù da una scarpata in montagna.
E i docenti? I docenti sono seduti. È già qualcosa.
Già, nei collegi non si parla di didattica, non se ne parla più. Ho paura che prima o poi sarà eliminata anche dai dizionari. L’altro giorno (13 settembre) in collegio docenti ho provato ad esprimere le mie perplessità sui Bes argomentando di didattica e di organizzazione didattica, ma la mia nuova DS (modello vecchio e già visto) ha ribattuto che erano argomentazioni politiche fatte in una sede non adeguata. Ho sorriso e lei ha fatto altrettanto chiedendomi se ero consapevole del fatto che, non aderendo ai BES, avrei dovuto rispondere a qualcuno più in alto di lei. Non ho fatto in tempo a rispondere che tutto il collegio docenti si è espresso contrario alla nuova direttiva. Ogni tanto qualcuno si stanca di stare seduto e si alza in piedi…anche nei collegi docenti.
Viva la Sardegna, terra di gente tosta e vecchi pirati. Qui da me sopravanza la narcolessia.