Ieri sera, come un mantra, avevo in testa la voce di Fabrizio De André e la sua Dolcenera. Capita di conoscere da sempre una canzone e non aver mai capito veramente di cosa parli. Così ho cercato il testo nel web e il suo significato. Ora so che Dolcenera è il nome dato all’alluvione che ha travolto Genova nell’ottobre del 1970. Ho visto anche le foto di quella tragedia.
In Dolcenera De André canta la solitudine di un uomo mentre aspetta una donna che non verrà mai, trascinata via dalla corrente. Ma soprattutto descrive la potenza dell’acqua che picchia forte e butta giù le porte, che porta via, che ammazza e passa oltre.
Io non vorrei, non lo vorrei proprio, ma questo sembra davvero ciò che mi aspetta, se le cose andranno come sembra debbano andare. Quando un’ondata entrerà attraverso le porte sempre aperte della mia classe e investirà la cattedra trascinandomi fuori, lontano dai miei bambini. Strappandomi via le loro domande, i loro sguardi, le nostre risate, il diritto a fare il lavoro che amo, lo stipendio, togliendomi tutto.
Dopo tre mesi di tamponi ogni 48ore per non essermi mai sentito tranquillo a scegliere il vaccino, viste anche alcune mie accertate fragilità cliniche, ora sono obbligato, pena la sospensione dal lavoro. Così andrò. Prenderò l’appuntamento e mi recherò in un centro vaccinale. Iniettatemi pure questo benedetto toccasana, ma non chiedetemi il consenso. Fatelo e basta. Sono costretto, non l’ho scelto io. Così probabilmente a voi mancherà il coraggio di somministrarlo, e a me arriverà la sospensione.
Poi lotterò. Cercherò di non farmi portare giù e annegare dalla violenza della corrente. E Dio non voglia che l’alluvione, nera di malasorte, alla fine riesca nell’ingiustizia di non farmi tornare in classe, e lasci dietro di sé nient’altro che un amore dal mancato finale e l’oltraggio di un deserto.
p.s.
Le parole in corsivo sono di Fabrizio De André, per nulla casualmente uscite dalla canzone Dolcenera.
Non ho parole da dirti . Ti sono vicino.
Grazie amico mio
Ti auguro il meglio, e spero che un giorno la libertà, quella vera, trionferà.
Un abbraccio forte.
Andrea, papà del matematico completo
Maestro…hai superato altro..
figuriamoci se non ce la farai con questo…
È troppo Forte l’amore che hai per i “tuoi bambini”.
Avanti!!!!
Sempre!!!!
forse avrò anche superato altro, come dici tu, ma qui mi sembra che la questione si sia complicata un bel po’… non è la mia idea di scuola ad essere messa in discussione, ma la mia vita
La questione È complicata purtroppo per tanti davvero…
era solo un tentativo maldestro di sostenerti..
Chi ha troppa anima ha vissuto questi ultimi mesi sperando e implorando… invano. Non so cosa augurarti… Ognuno di noi prende una decisione sperando che sia la migliore, in questa che è la peggiore delle situazioni… comunque sia tutti abbiamo già perso qualcosa, qualsiasi cosa facciamo…
Quando la libertà diventa condizionata abbiamo perso ben più di qualcosa. Su questo punto condivido il pensiero di Agamben
Tanto per essere chiari queste sono parole di Giorgio Agamben:
“Il green pass fa parte di quel modello politico che i politologi chiamano le libertà autorizzate. Che cos’è una libertà autorizzata? L’autorizzazione in giurisprudenza è un atto che non concede nuovi diritti, ma autorizza l’esercizio dei diritti già esistenti. Andare al ristorante, uscire di casa, prendere un treno, tutti diritti elementari, adesso hanno bisogno per essere esercitati di un’autorizzazione e il green pass è appunto questa autorizzazione.
Le persone pensano erroneamente che il green pass sia quasi un principio che garantisce libertà, quando appunto una libertà autorizzata non è più una libertà, perché può essere in qualunque momento cambiata e revocata da chi ha dato l’autorizzazione. Questo modello rende qualunque atto o qualunque diritto o esercizio di libertà sottoposto ad autorizzazione. E si può estendere all’infinito, è chiaro.
Un altro punto che concerne la natura del diritto riguarda il fatto che per definizione il diritto deve essere certo, non c’è legalità senza certezza. I giuristi l’hanno sempre saputo. Ora se, come sta avvenendo, il Governo interviene ogni quindici giorni, cambiando continuamente le regole, non c’è più alcuna legalità”.
… non ho aspettato l’onda, le sono andato incontro in quel di Santa Severa e mi ci son buttato dentro. Il freddo era tanto, ma nulla in confronto alla perdita dell’anima. Così Venerdì 17 Dicembre 2021 finisce un’aspettativa e il 18, cantando “Notte prima degli esami”, si accetta una sospensione. Accada quel che accada, l’importante è sapere di poter essere ancora vivi.