Io un’opera come questa, dentro un museo, mi fermerei a guardarla con una certa ammirazione. Se la vedessi invece nell’atelier di un amico proverei a comprargliela, disposto a pagare anche un bel po’ per portarmela a casa. Io un’opera come questa più la guardo, più mi piace. Lasciamo perdere il perché. Le emozioni accese da un quadro, un tramonto o un brano musicale, sono sempre qualcosa di intimo.
Quello che invece vorrei condividere è la meraviglia. Si tratta del frutto di un lavoro collettivo, realizzato con le mani tinte di vernice da alcuni bambini di meno di due anni, seduti per terra intorno alla tela. Hanno lavorato tutti con la concentrazione e la solennità che sanno mettere solo i bambini quando sono impegnati in attività che hanno il potere di incantare i loro gesti e rapire la loro concentrazione. E questo è il risultato.
Qualcuno potrebbe pensare che sia soltanto un prodotto del caso. Ognuno pensi quello che vuole. Io, per la fortuna di occupare da maestro elementare un posto di osservazione quotidiano e privilegiato, credo che ci sia qualcosa nella capacità di esprimere se stessi che hanno tutti i bambini, qualcosa di istintivo, assoluto e incondizionato. Un’attitudine che poi crescendo si perde inesorabilmente e che soltanto pochissimi adulti hanno il dono di conservare e la fortuna di riuscire a difendere dalla complicanza delle sovrastrutture, dalle obbedienze e dalle soggezioni.
Il caso, dici, potrebbe essere l’agente del dipinto. Ma la casualità, quando si mette in campo l’emisfero destro, è emozione. In sovrappiu c’è la qualità emergente dell’agire cooperativo. Bellissimo. E basta.
Condivido la meraviglia, questo lavoro a più mani è bellissimo. Il fatto di essere il frutto casuale dei movimenti e della sensorialita` di bambini così piccoli nulla toglie alla possibilità di considerarlo un’opera d’arte: che cos’è l’arte se non una forma di espressione? (istintiva, emotiva, intellettiva, sensoriale…) Anch’io con i miei piccoli alunni sperimento quotidianamente la loro capacità di esprimersi con la pittura e rimango sempre stupita dalla capacità che hanno di immergersi completamente in questa attività… li vedo assorti, concentrati, liberi, rilassati… e quasi sempre ne vengono fuori dei lavori belli, ma veramente belli, perché rispecchiano la loro personalità e il loro stato d’animo.
Mi sono sempre chiesto come mai un bambino a tre, quattro anni, qualsiasi bambino, abbia una naturale e istintiva fiducia nella possibilità di raccontare attraverso il segno grafico e poi, crescendo, perda lentamente questa fiducia. Troppe volte un bambino più grande ti dice “non lo so fare”. Le risposte che ho trovato tirano in ballo la responsabilità che hanno gli adulti, colpevoli di vilipendio e mortificazione dei primitivi istinti creativi.
Si è vero la responsabilità è spesso degli adulti ma non solo… Il fatto è che nell’età della scuola dell’infanzia (3-6 anni) i bambini iniziano a rivelare la loro personalità e lo fanno soprattutto attraverso il gioco e l’espressività grafica e pittorica, dopo forse questa attitudine si affievolisce un po’. Però è anche vero che nella scuola primaria la spontaneità non viene molto considerata. Da montessoriana direi che se l’ambiente offre motivi di attività costruttive il bambino può spontaneamente sviluppare il suo carattere e le sue attitudini. Direi poi che a volte gli insegnanti dovrebbero fare un passo indietro e lasciare la libera scelta al bambino… e magari astenersi dal giudizio diretto… ma questa è una lunga storia.