L’udienza per il ricorso contro il giudizio che confermava la sanzione disciplinare ricevuta per essermi rifiutato di somministrare alla classe le prove Invalsi era fissata per oggi, 6 febbraio. La Corte di Appello l’ha rinviata d’ufficio al 18 settembre. Sarebbe come se avessi dato un appuntamento a un genitore desideroso di un incontro e poi all’ultimo momento gli dicessi mi dispiace, oggi non posso più, ci vediamo tra sette mesi.
Una cosa è sicura. Quest’anno reitererò il reato. Mi piacerebbe sapere cosa succederebbe se lo facessero tutti i docenti che alla bontà dell’Invalsi non credono. Si può punire una moltitudine?
E quanti di coloro che adesso somministrano docilmente i test Invalsi lo farebbero ancora, se alla fine di questo percorso contorto la Giustizia riconoscesse la legittimità della mia obiezione di coscienza?
Tu fai una lotta per tutti quei docenti che non trovano il coraggio di opporsi, mi ha scritto un collega. No, gli ho risposto. Proprio no. Io questa lotta la faccio solo per difendere i bambini e la mia idea di scuola.
esattissimo quello che hai risposto al tuo collega! Non ti ho mai visto fare lotte di cetegoria, per i diritti degli insegnanti, i soprusi, le manchevolezze. No lotte contro la scuola (in senso fisico) o tutto ciò che circonda la tua professione. Ho visto in questi cinque anni che il fuoco è stato sempre e soltanto sui bambini ed il loro benessere e miglioramento. A nome dei genitori e dei nonni che la pensano come me grazie Flavio.
Saranno in tanti a non somministrare più i test, ma sarano ugualmente tanti quelli che continueranno a farlo pur di non sentirsi tallonati dal DS di turno, che minaccia tuoni e fulmini ogni volta che il sole sorge e tramonta. Grazie