Giorgio Perlasca è in Ungheria come rappresentante di una ditta italiana che importa carne per l’esercito. Quando nel 1944 i funzionari dell’ambasciata spagnola, non riconoscendo il governo filonazista, scappano dalla città, Perlasca con documenti falsi e false generalità si finge ambasciatore spagnolo e salva quasi 10.000 ebrei dalla deportazione e dallo sterminio, conferendo la cittadinanza spagnola e producendo salvacondotti per la Spagna.
La storia viene fuori solo grazie alla ricerca che alcuni ebrei fanno dell’uomo che li ha salvati. È il 1987. Per più di quarant’anni Giorgio Perlasca ha condotto una vita anonima, tenendo dentro di sé il coraggio, la generosità e l’altruismo di quei giorni terribili, non raccontando quella vicenda neanche ai propri familiari.
Giorgio Perlasca, riconosciuto dallo stato di Israele come Giusto tra le Nazioni, muore a 82 anni il 15 agosto 1992. Al museo Yad Vashem di Gerusalemme un albero porta il suo nome. Il suo nome è ricordato anche in una lapide nel cortile della sinagoga di Budapest e nello stato di Israele gli è stata dedicata una foresta, nella quale sono stati piantati 10.000 alberi a simbolo delle vite che salvò in Ungheria.