Città del Guatemala, 26 Aprile 1998. Juan José Gerardi Conedera viene ucciso così brutalmente che soltanto l’anello pastorale ne permetterà l’identificazione. Appena due giorni prima aveva presentato il rapporto Guatemala, nunca mas, nel quale si indicavano l’esercito e il governo del paese come responsabili di crimini contro l’umanità. I numeri raccontano di 150mila guatemaltechi uccisi, 50mila desaparecidos e 1 milione di esiliati e rifugiati.
Il vescovo è già sopravvissuto a un attentato, ma non per questo ha smesso di schierarsi apertamente dalla parte dei più deboli, denunciando le violazioni dei diritti umani e condannando i poteri forti, colpevoli di innumerevoli atrocità ma sempre in grado di giovarsi dell’impunità. Il documento Guatemala, nunca mas ricostruisce una storia terribile nel tentativo di mantenere viva la memoria di quanto successo in 36 anni di violenze e mette a nudo i meccanismi dell’orrore.
Se ancora oggi in Guatemala si domanda alla gente perché Juan José Gerardi Conedera è stato ucciso, la risposta è unanime. Perché diceva la verità.