Nel corridoio del primo piano, quasi davanti alla mia classe, c’è uno di quei frigoriferi che dispensano bibite e merendine di tutti i tipi. Il fatto che in una scuola elementare possa starsene lì in bella mostra è un’opportunità tutta da dimostrare. Personalmente lo ritengo aberrante, ma non è di questo che vorrei parlare. Vorrei raccontare invece che ieri il frigorifero si è rotto. Per un guaio elettrico è andato in blocco.
Quando il frigorifero ha un problema basta chiamare un numero verde. La persona che risponde è a Milano, 572 km lontano da qui, ma ci pensa lei a contattare i tecnici di zona. Il servizio di assistenza attiva l’intervento in un battibaleno e dopo poche ore tutto è risolto.
L’efficienza del servizio contrasta con quanto capita generalmente a scuola. Tanto per fare un esempio nel mese di ottobre dell’anno scorso l’avvolgibile di una serranda della mia classe si è strappato. La serranda è rimasta tutta giù, costringendoci alla luce elettrica anche nelle giornate di sole. In questi casi non ci sono numeri verdi da chiamare. La procedura vuole che il docente faccia la segnalazione del guasto compilando un foglio da consegnare in segreteria. Ne ho depositati almeno tre, senza alcun risultato. Poi all’inizio di quest’anno ho incontrato tre operai nel bar davanti alla scuola. Dopo una colazione insieme sono venuti a sistemare l’avvolgibile.
Questa storia è più significativa di quanto sembri e va ben oltre un frigorifero e una serranda. Il fatto è che gli interessi privati sono entrati nella scuola pubblica e l’istigazione al consumo non ammette zone franche e interruzioni. Per la luce del sole è diverso. Non devi pagare qualcuno per averla e se ti è negata nessuno si preoccuperà del mancato guadagno. La luce elettrica che invece utilizziamo inutilmente, si paga eccome, ma è un bene pubblico. Allora chissenefrega. La serranda può restare tirata giù per tutto l’anno.
p.s.
La faccia perplessa in copertina non è la mia, ma potrebbe.
La faccia perplessa potrebbe anche essere la mia… ma sarebbe ancora più adatta una faccia schifata dallo stato di cose tanto efficacemente colto da questo bell’apologo.
Si bhe’ come le porte che nn si chiudono e l’impianto elettrico che fa’ le bizze e vengono sistemati dopo mesi di segnalazioni da uno zio falegname e un’amico elettricista che in tutti e due han perso 20 min.di tempo aggratis.
La tua faccia e’ anche la mia.
faccia da scimmia anche per me Chito!
La tua storia è purtroppo come quei racconti che si ripetono da così tanto tempo che si è persa la memoria del primo che l’ha raccontata. Ma dobbiamo continuare a ripeterla e a provare a indignarci. Posso dire che, proprio in virtù di quel che c’è dietro la consumazione di merendine varie, sono contraria da sempre all’accesso dei bambini a questi distributori? Sono moralista?
Ah, anche nelle stazioni di metro e trenino di superficie non funziona l’obliteratrice e spesso manco le vetture, ma ogni giorno passa il servizio di ricarica e manutenzione dei distributori di calorie…