Per misurare la qualità del processo di inclusione, in riferimento agli studenti con disabilità, è stato inviato a molte scuole italiane questo modello. Deve essere compilato dagli stessi portatori di handicap. Nell’elenco ci sono anche varie scuole primarie. C’è bisogno di commenti? L’idea di preparare schede di valutazione da riempire con le crocette è ormai un’ossessione, una nevrosi. Un disturbo compulsivo che ha colpito la scuola italiana e sembra non potersi arrestare.
La psichiatria dice che il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri che innescano ansia e obbligano il soggetto ad attuare rigide azioni ripetitive che divengono veri e propri rituali. Calza a pennello.
La scuola sembra aver perso fiducia nelle parole, nella capacità di raccontare, di descrivere, di dialogare. Ma nessuna paura. Ci sono le crocette.
Concordo
Ormai si e’ persa La Curiosita’ del Sapere.
Grazie per aver colto l’importanza di questa ennesima follia (o oscenità? “uscita dalla scena” educativa?) che avevo segnalato sul blog di genitore attivo (www.genitoreattivo.wordpress.com). “L’integrazione dei diversamente abili ” locuzione che si voleva anche linguisticamente superiore, più forte, di “inserimento dei soggetti portatori di handicap”, con questa iniziativa si fa amara burletta. Meno male che in molte scuole si sono resi conto, dirigenti e insegnanti, dell’assurdità di questa richiesta di parere che pare una sonora ipocrisia. Intanto, molti alunni sono senza gli insegnanti di sostegno…
Big Chief hai ragione ad allargare il discorso. La situazione degli alunni con disabilità evidenzia più di altre lo scollamento che c’è tra la scuola reale (quella vissuta con fatica tutti i giorni da persone in carne e ossa) e quella disegnata dalle istituzioni. I docenti e gli alunni in questione sono troppe volte abbandonati a loro stessi. Fossimo in Norvegia probabilmente il sistema si arresterebbe pretendendo una opportuna risoluzione. L’Italia è invece ancora il paese delle valigie di cartone arrotolate con lo spago. Così la scuola va avanti grazie all’abnegazione e all’ingegno dei singoli.
Riguardo l’aberrazione di questi questionari, il tema meriterebbe un’analisi molto più profonda (che magari faremo). L’orrore in questo caso ci appare in forma di matrioska. L’ipocrisia nei confronti della disabilità, infatti, si infila dentro un problema più grande, quello di un sistema di valutazione che fa in generale delle crocette una bandiera di oggettività.
Il blog Genitoreattivo è linkato da sempre in fondo alla pagina nella sezione “a proposito di scuola”.