Pensereste mai di poter risolvere il problema della maleducazione di un vicino di casa chiedendogli di non ruttare il giovedì? Combattereste l’obesità rinunciando ogni primo lunedì del mese al secondo cornetto durante la colazione? Esattamente questo fanno le amministrazioni di molti Comuni quando, per combattere l’inquinamento atmosferico, tirano fuori il provvedimento del blocco delle auto, alternando targhe pari e targhe dispari come fossero le carte di un mazzo di scala quaranta.
Le velenose polveri sottili gravano nell’aria perché da molti giorni non piove. E respirarle fa male. Così ci dicono. Aggiungono che la pioggia renderebbe l’aria più respirabile perché ha il potere di trascinare le polveri sottili nella terra. Come se dentro la terra potessero cessare di essere un mortale inquinamento. Come se qualche misterioso sortilegio biochimico fosse capace di trasformare miracolosamente il veleno in concime, utile alle nostre piante e ai prodotti che ogni giorni ci mangiamo. Le amministrazioni sembrano dimenticare che il vero problema è l’inquinamento in sé, non quale organo del corpo umano venga colpito per primo.
Le autorità comunali tengono a informarci che il problema è grave perché i livelli di tossicità dell’aria sono preoccupanti. Allora bloccano le auto. A giugno le autovetture che vanno in giro sono praticamente le stesse. Però nessuna autorità si preoccupa. Come mai? La risposta è semplice. Se in inverno le città vivono dentro un’esagerata cappa di smog, non sono le macchine a causare il guaio, ma i sistemi di riscaldamento.
Perché non si affronti seriamente il problema cercando di mettere in atto sistemi che superino le vecchie tecnologie e si dirigano decisamente verso soluzioni ecosostenibili non è un mistero. La risposta è tristemente elementare. L’uomo italico, sia esso un semplice cittadino, o peggio ancora un amministratore comunale, ha perso così tante diottrie da non riuscire più a guardare oltre il proprio naso e spingere il proprio pensiero nel lungo periodo. Quello che conta è solo il momento presente, riuscire a campare alla meno peggio, senza nessuna voglia di pensare al dopodomani. Così ai problemi ci si mette una pezza e non si affrontano mai in modo responsabile e radicale. Invece di rendere fuorilegge quegli impianti di riscaldamento colpevoli di emissioni altamente inquinanti e di cercare qualcosa di seriamente alternativo, si decide di abbassare di due gradi le temperature delle vecchie caldaie. Invece di rottamare definitivamente le auto a benzina a favore di quelle elettriche, si fanno camminare le prime a singhiozzo. C’è perfino chi ha proposto di far andare più piano le automobili e di abbassare a venti chilometri orari il limite di velocità da tenere in città. Stupidaggini come queste la dicono tutta su come si affronti la questione ambientale in un paese come il nostro, zeppo di animalisti, ma pressoché privo di una vera coscienza ecologica.
Qualcosa non torna. Nel delirio dei permessi di circolazione cala presto il divieto sul modello Euro 5 e comincia la corsa ai modelli Euro 6. Ma come, ci dicono che il problema sono le auto e poi ci spingono a comprarne sempre di nuove? E le assicurazioni? Ci sconteranno dalle polizze tutti quei giorni nei quali ci è stato vietato di circolare?
La politica, ancora una volta, non è che il risultato evidente di ciò che siamo. Diretta emanazione del nostro cieco guardare e della nostra insincera descrizione della realtà.
Non fa una piega!
Ma dimmi, maestro Flavio, quale può essere la nostra linea di opposizione, indignazione? Come aiutare questo povero mondo che tanto amiamo a resettarsi? Come avviare una linea di controtendenza? Come, soprattutto, non abbandonare la nave e fuggire?
Buon anno caro Chito!
Ciao nonnalaura,
quante domande !! 😛
Me sa tanto che non esistono + i limiti che conosciamo .
Se la nave affonda o la casa brucia, io salvo la pelle, nonnalaura
che ognuno faccia il suo, nel piccolo e nel grande. Che ognuno lo faccia mettendo davanti a tutto l’onestà e in fondo il proprio tornaconto. È l’unica strada. Io non ne vedo altre, nonnalaura. Un buon anno anche a te.
uno Spartaco “sottile”, oserei dire.
Con un post del genere rischi di scatenare il vulcano che mi “anima” , e non solo.
Facciamo così Sparty, il post non fa una piega anche in sardaland; torno fra un po… 😛
…eccomi qua
Allora, 🙄 , le polveri sottili di cui accenni non esistono (come dichiarato per le scie chimiche da un certo ingegnere incontrato per caso…), le centraline sono taroccate per vietare il traffico (così aumentano le multe, no ?), abbassare a venti chilometri orari il limite di velocità mi sembra un’ottima idea (meglio se di 40 km, si risparmia anche sulle gomme).Poi, se il delirio dei permessi di circolazione cala sempre + veloce il divieto sul modello Euro 5 e comincia la corsa ai modelli Euro 6. euro7, euro8,euro9 ed euroinfinity, non c’è niente che non torna; anzi funziona benissimo. E poi e poi, vuoi mettere tutti i soldini risparmiati dall’imps dall’ impennata di decessi da patologie respiratorie e circolazione sanguinia… E poi, anche se esistessero davvero (le polveri) rimane sempre colpa dell’acqua, cioè che non piove… 😛
riflessione
Nel mio piccolo, e mettendo avanti tutto l’onestà, io dico ; vivere e far crescere i propri frutti genetici “altrove” dovrebbe avere massima priorità. 😉