Oggi le scuole a Roma sono chiuse. Il Prefetto ha deciso così. Bisogna pensare all’incolumità dei cittadini. Ma ancora una volta puntiamo il dito nella direzione sbagliata. Non è l’autunno a essere pericoloso. Lo sono invece gli uomini, che abitano questo pianeta con la sicumera di chi spadroneggia assolutamente indifferente alle possibili conseguenze delle proprie nefandezze.
Se qualcuno mette un vaso di gerani sul parapetto di un balcone al terzo piano e quel vaso cade, la colpa può essere del vento? Non sarà magari responsabilità dell’idiota incurante di coloro che possono passarci sotto? Avrebbe senso allora un provvedimento che vietasse di passare sotto i balconi nelle giornate ventose?
Se le città rischiano di caderci addosso, la colpa è solo nostra. Se gli alberi cadono, le strade si allagano, i ponti crollano e i fiumi tracimano non è perché ci troviamo in mezzo alla stagione più inclemente che la storia ricordi. La verità è che siamo colpevoli, ma scarichiamo le responsabilità altrove e puntiamo il dito verso il cielo. Avveleniamo, ostruiamo, derubiamo, costruiamo con dissennata ingordigia, poi inventiamo espressioni che dovrebbero perfino convincerci che i guai vengono dall’alto. Bombe d’acqua, tanto per fare un esempio. L’ira del cielo. Duemila anni di storia e siamo tornati all’età della pietra.
L’autunno è una stagione meravigliosa. La malinconica poesia di una natura che sta per infilarsi sotto la coperta dell’inverno ci regala quadri di insuperabile bellezza. Un impressionismo dipinto davanti agli occhi di tutti. E in autunno può piovere, anche forte.
Oggi le scuole sono chiuse. I centri commerciali invece no.