Grigiore a scuola

parataCi sono i medici del sorriso e i maestri del sorriso. Poi ci sono persone buie e scontrose, figure tristi perennemente tormentate dalla propria mestizia. C’è chi affronta il giorno con l’entusiasmo e la positività che diviene contagio nelle persone intorno, siano pazienti in una camera d’ospedale o bambini in una classe, e chi cammina quotidianamente sul faticoso sentiero del proprio malumore e null’altro riesce a trasmettere se non brandelli dello stesso malcontento.

Esco da scuola con i bambini e vengo raggiunto alle spalle da una maestra grigia con la vocazione alla reprimenda delle malefatte altrui (sempre quelle degli altri naturalmente). In vent’anni non l’ho mai vista sorridere. Con fare perentorio la maestra grigia mi sbatte in faccia l’ora del suo cellulare. Sono le 15.56, non puoi far uscire i bambini, dice. I bambini devono uscire alle 16. Io li faccio uscire adesso, le rispondo, vai pure a raccontarlo alla preside come fai sempre da quando ti sei cucita addosso il ruolo di delatrice di plesso. Dille la verità però, senza inventare, riferisci che la mia classe è uscita 4 minuti prima e togliti di torno. Ammetto di non avere particolare propensione ai rapporti con chi non sorride mai. Figurarsi se è anche un delatore, un moralizzatore o un inopportuno ficcanaso nelle coscienze altrui.

Il motivo per cui, quando riesco a farlo, io conduca la mia classe al cancello di uscita con alcuni minuti di anticipo non è mica complicato. Cerco semplicemente di anticipare la ressa che si crea sulle scale e condurre fuori i miei bambini senza vivere il disagio e i rischi da esodo tipo stadio dopo un concerto di Bruce Springsteen. Tralascio le idiozie che ho avuto modo di sentire in merito a questa mia evidentemente imperdonabile manifestazione di autarchia. Ci sarebbe da ridere. L’obiezione più sensata resta quella motivata dalla paura. Un bambino consegnato al genitore quattro minuti prima del dovuto è di fatto ancora sotto la responsabilità della scuola. Se dovesse farsi male e avesse un genitore in mala fede la scuola presterebbe il fianco a una possibile denuncia.

Sarà pure il fatto che un maestro col sorriso sia anche un inguaribile sognatore, una specie di visionario contaminato dall’idea del bello, ma che un genitore, uno qualsiasi tra coloro con i quali condivido le fatiche e le gioie incluse nel cammino che facciamo insieme, arrivi a denunciare la scuola per una cosa così, proprio non riesco a immaginarmelo. Che la maestra grigia abbia altre sensazioni riguardo i genitori della sua classe non mi stupisce. In fondo credo che abbia perfettamente centrato la questione il profeta Osea nell’Antico Testamento. Chi semina vento raccoglie tempesta.

p.s.
La foto in copertina è molto probabilmente l’uscita da scuola come la desidererebbe la maestra grigia di cui sopra.

Informazioni su RP McMurphy

Chito e RP McMurphy vivono a Roma, ma qualcuno giura di averli visti più volte dalle parti di Maracaibo. Hanno un amore dichiarato verso tutti i sud del mondo e un’istintiva simpatia per chi vive ai margini.
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3 risposte a Grigiore a scuola

  1. Luciano B. ha detto:

    Concordo su tutta la linea: io mio comporto allo stesso modo. Queste grigie figure che vadano a lavorare dove non ci sono contatti umani.

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