Lo zen in classe e l’arte di far crescere un avocado

Adesso sui davanzali della classe abbiamo delle piante. Piante da interni, che altrove crescono maestose e indipendenti da ogni cura, ma non qui da noi. Ogni vaso ha un nome e il luogo di provenienza. Sono lì dal primo giorno di scuola. Dopo una settimana ho fatto il gioco di nascondere i nomi e i bambini non hanno saputo dirne neanche uno. Le piante passano generalmente inosservate. Purtroppo non è una novità.

Così ora stiamo imparando a guardarle. Che se le osservi bene poi ti accorgi che le piante possono insegnare un sacco di cose.

Alle piante che i maestri hanno voluto in classe si sono aggiunti due semi di avocado che D e G hanno portato da casa. Li abbiamo ancorati con gli stuzzicadenti in vasetti di vetro con l’acqua, come si fa per vedere poi spuntare i germogli di due nuove piantine. Il seme di G non si è fatti attendere. Dalla spaccatura che si è creata a pelo dell’acqua è spuntata dopo una settimana una piccola radice turgida e chiara che ha iniziato a dirigersi in immersione verso il centro del contenitore di vetro. Il seme di D invece è rimasto dormiente per un bel po’. Sembrava non avesse proprio alcuna intenzione di germinare, finendo per deludere le aspettative di chi ogni giorno tornava a guardarlo con la speranza di un’annunciazione. Invece poi una piccola radice è spuntata anche a lui.

Ho messo i due vasetti sulla cattedra. Se fossi un maestro giapponese oggi lascerei questi vasetti davanti a voi sulla cattedra e me ne andrei, ho detto ai bambini. Sì, me ne andrei, ho ripetuto con una certa enfasi per provocarli. Le mie parole non servirebbero. Basterebbe guardare e riflettere su questi due semi per comprendere oggi un insegnamento più importante e chiaro dei tanti discorsi che potrei fare io. Allora se ci trovassimo a Kyoto e voi foste gli alunni giapponesi di quel maestro giapponese alla fine capireste. E poi tornereste a casa tranquillizzati da quella verità.

I bambini mi guardano incuriositi, ma anche un po’ indispettiti. Non ci stanno a farsi battere da una classe di bambini giapponesi. Sapere di avere davanti agli occhi qualcosa di così importante, nonostante l’apparente insignificanza di due vasetti di vetro e due rotondi semi di avocado, è una sfida che fa venire fuori una discussione che appassiona tutti.  E alla fine il mistero è svelato.

Un giorno le piantine dei due avocado potranno essere piantate nella terra di un giardino, crescere e diventare entrambi alberi alti e forti, e non farà alcuna differenza sapere quale dei due aveva fatto uscire per primo dal seme la sua piccola radice. Funziona così anche per la matematica e tutte le altre cose che si imparano a scuola. Non importa capirle subito al volo o metterci invece un po’ più di tempo. Non è una gara a chi arriva primo. Quello che conta, nel rispetto dei diversi tempi di ognuno, è mettere le radici adatte a consentire il proseguimento della crescita. È proprio questo che facciamo a scuola. Quello che conta è un giorno essere grandi e regalare ombra nelle giornate di sole.

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About RP McMurphy

Chito e RP McMurphy vivono a Roma, ma qualcuno giura di averli visti più volte dalle parti di Maracaibo. Hanno un amore dichiarato verso tutti i sud del mondo e un’istintiva simpatia per chi vive ai margini.
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