Leggere una storia

C’è una cosa che non mi piace e che invece mi capita spesso di sentire quando un adulto con una qualche funzione educativa legge una storia ai bambini. Quale parte della storia vi è piaciuta di più? Ecco cosa finisce di solito per chiedere quell’adulto al termine della lettura. Nell’intento di far seguire all’ascolto una discussione, approfondendo i temi contenuti nel testo, si finisce invece per banalizzare tutto con una richiesta insignificante.

A un adulto, dopo la lettura di un romanzo o la visione di un film, si farebbe mai una domanda del genere? Certo che no. Perché allora la facciamo ai bambini? Perché rinunciamo a ragionamenti che sappiano stimolare riflessioni più profonde? Io credo che nasca tutto dall’idea sbagliata che un bambino non sia capace di avere opinioni più strutturate e fare pensieri più complessi che vadano oltre la semplificata dicotomia del bello/brutto o di uno sbrigativo mi piace/non mi piace.

È invece tutta una questione di sollecitazione. Al posto di quella domanda scema bisogna guidare i bambini a esprimere le proprie emozioni. Basta chiedere per esempio se c’è una parte della storia che avrebbero cambiato e perché, se c’è un avvenimento che sarebbe potuto andare in un altro modo, qual è il vero problema del protagonista, quale errore commette un personaggio, cosa avrebbero fatto loro al posto di, quale parola potrebbe sintetizzare meglio di tutte le altre il succo della vicenda, per ottenere commenti di sicuro più interessanti e produttivi.

Davanti a una storia i bambini sono capaci commuoversi, provare rabbia o paura, esaltarsi o intristirsi, esattamente come succede agli adulti. Non buttiamo via l’opportunità di far germogliare il loro mondo interiore, aiutandoli a prenderne coscienza, coltivando l’abitudine di raccontarsi, confrontarsi e misurarsi nelle emozioni. Non portiamo i bambini ad ammirare il bosco di betulle di Klimt per chiedere loro, senza alcun senso, quale albero sia il più bello.

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About RP McMurphy

Chito e RP McMurphy vivono a Roma, ma qualcuno giura di averli visti più volte dalle parti di Maracaibo. Hanno un amore dichiarato verso tutti i sud del mondo e un’istintiva simpatia per chi vive ai margini.
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