Marama in lingua Maori significa luna. L’abbiamo chiamata così perché i primi tempi arrivava sempre di notte e poi spariva alle prime luci del giorno. Veniva a dormire. Per farlo aveva scelto una cassetta di legno che avevo messo da una parte in attesa di capire cosa farci. La scritta stampata sul lato testimoniava amaramente che in origine aveva contenuto munizioni militari. Ha finito per dare rifugio a una gatta.
Col tempo Marama è diventata meno diffidente. Girovaga anche dentro casa con la curiosità che hanno in buona percentuale tutti i gatti, e pur denunciando poca familiarità con le smancerie, quando vuole si fa accarezzare, dimostrando con le fusa la sua riconoscenza per l’accoglienza ricevuta e per essere già entrata di diritto nelle spese di casa. Ogni tanto sparisce, ma poi torna, legittimando con lunghi riposi l’esproprio della poltrona POÄNG diventata ormai il suo posto preferito, quasi fosse un risarcimento dovuto per una vita di vagabondaggi.
Non poteva mancare anche un felino a Macondo. Un piccolo felino dallo sguardo fiero, come hanno solo i randagi e coloro che hanno l’ardire di vivere senza padroni.
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